Come in molti paesi, anche in Myanmar è iniziato il lock-down ormai da qualche settimana. Anche qui le scuole sono state le prime a chiudere, seguite dai diversi centri e le aziende. Anche i villaggi si sono dovuti chiudere, le strade sono sbarrate e alle persone non è permesso uscirne.

Da pochi giorni è arrivato l’annuncio che la chiusura durerà fino a metà maggio.

Siamo molto preoccupati per l’impatto che questo avrà sulle condizioni economiche di famiglie che già vivono in condizioni di povertà. “Qui molti lavorano a giornata e non hanno risparmi. – racconta Livio Maggi, direttore di NH Myanmar – e non esistono ammortizzatori sociali o cassaintegrazione. Molte famiglie ci contattano chiedendoci aiuto perchè hanno fame.”

Abbiamo quindi messo in piedi un programma di aiuti per le famiglie bisognose attraverso la fornitura di beni di prima necessità. In capitale ci appoggiamo a quanto stanno già facendo le istituzioni, contribuendo con la fornitura di cibo e medicinali.
Nei villaggi siamo in costante contatto con le famiglie e organizziamo dei punti di raccolta, in totale sicurezza, all’ingresso del villaggio per distribuire pacchi alimentari.

Abbiamo anche intensificato il supporto a riformatorio e centri per disabili, sempre limitatamente alla fornitura di medicine e beni primari.