Aarti lavora con i bambini con disabilità del nostro centro Navchetan, in uno slum di Jaipur, in India. Ha scelto questo lavoro perchè, come dice lei, le permette di “mettersi al servizio degli ultimi tra gli ultimi”. Riportiamo qui la sua intervista in cui ci parla dei miracoli a cui ha assistito in questi anni.

Aarti è una nostra riabilitatrice su base comunitaria che lavora nella baraccopoli di Jawahar Nagar, dove lei stessa vive, al servizio delle famiglie che hanno un bimbo con disabilità. Ha iniziato a lavorare per Navchetan nel 2019 e da allora aiuta oltre 50 famiglie a vedere riconosciuti i loro diritti, registrandosi per ricevere i sussidi statali e gli ausilii, oltre che gestire una classe di educazione speciale con i bambini in età da scuola primaria che frequentano il centro. Era ancora un’adolescente quando ha iniziato a lavorare con noi, aveva solo 19 anni, e ora è una donna determinata che ha anche intrapreso un nuovo percorso di studi, grazie allo stipendio che percepisce, perchè il suo lavoro nel campo della disabilità possa essere sempre più efficace.

Ecco la sua testimonianza.

“Mi chiamo Aarti, ho 23 anni e ho conosciuto Navchetan quando ne avevo solo 19, a giugno del 2019. Me ne ha parlato mia sorella dicendo che offrivano lavoro e quando poi suor Divya mi ha presentato il centro durante il colloquio ho pensato che non fosse solo un’occasione di lavoro, ma un’occasione per servire gli ultimi tra gli ultimi: i bimbi con disabilità.

Prima del mio arrivo erano state selezionate altre due persone che se ne erano andate in breve tempo perché non riuscivano a gestire i bambini e quindi mi sono chiesta come mai, mi è stato risposto che avrei dovuto fare di tutto: pulirli, trasportarli e qualsiasi necessità… e mi hanno quindi chiesto se me la sentivo. Io ho accettato dicendo che ero pronta a tutto.

Mi hanno ispirata fin da subito il lavoro e la dedizione delle suore verso i bambini. Ho assistito in questi anni a dei veri miracoli. Ad esempio Sachin e Naman all’inizio non erano nemmeno in grado di afferrare il cibo, ora mangiano autonomamente e riescono perfino a mangiare col cucchiaio e bere dal bicchiere. Sachin è arrivato perfino a camminare!

Quando visito le famiglie racconto sempre queste cose per stimolare l’interesse dei bimbi e dei genitori a venire al centro, così che possano fare dei veri progressi.

Visito regolarmente tutte le famiglie dei bimbi e quasi tutti sono entusiasti dei risultati che i bambini stanno ottenendo. Supporto le famiglie aiutandole a fare i certificati per ottenere i sussidi statali e ora sono proprio contenta del mio lavoro perchè nello slum ormai mi rispettano tutti.

All’inizio ero un po’ intimorita ma le suore pian piano mi hanno mostrato come fare tutto e nel giro di pochi mesi sono diventata autonoma nel mio lavoro. Adesso quasi tutti i bimbi che vengono al centro hanno tutti i documenti a posto e hanno ottenuto il certificato, alcuni di loro non erano nemmeno mai stati registrati all’anagrafe e quindi era come se non esistessero per il governo, ora invece, grazie al nostro intervento, hanno perfino diritto ad un sussidio statale!

Incontriamo qualche difficoltà nel lavoro soprattutto per via della distanza del centro dallo slum, quindi alcuni genitori si preoccupano a mandare i bambini lontano da casa, anche se la maggior parte comunque vede quanto il centro aiuti i propri figli e decide di mandarli lo stesso.

Le situazioni più complicate le affrontiamo quando in una famiglia ci sono anche uno o entrambi i genitori con qualche disabilità, spesso mentale, e quindi è difficile poter intervenire efficacemente sui bambini.

Sono molto contenta di questo lavoro perché ho potuto essere testimone di tanti miracoli e vedere tanti progressi nei bambini in questi tre anni, prima di lavorare per Navchetan non uscivo mai di casa e non andavo da nessuna parte, avevo paura a uscire dallo slum, ora invece conosco tutta la città e ho la confidenza necessaria per accompagnare le famiglie nei vari uffici e ospedali.

Venendo al centro ho scoperto cosa sia l’educazione speciale e ho quindi deciso di fare domanda alla scuola per educatori speciali, che mi ha appena accettata. Così potrò diventare sempre più brava nel mio lavoro ed aiutare sempre di più i bambini con disabilità.”

Non possiamo che ringraziare Aarti e ritenerci fortunati di essere riusciti a scovare una risorsa così preziosa nello slum, una persona pronta a mettersi al servizio degli ultimi.