AGGIORNAMENTI DAL RIFORMATORIO

AGGIORNAMENTI DAL RIFORMATORIO

Come sta andando il nostro progetto all’interno del riformatorio Nghet Aw San nella periferia di Yangon? Grazie al contributo dell’8×1000 della CEI siamo riusciti a riavviare i training professionali che si erano interrotti l’anno scorso, ecco gli ultimi aggiornamenti dal campo.

Grazie al contributo dell’8×1000 della CEI e a un co-finanziamento del MAUSA siamo riusciti a ripartire con la formazione professionale all’interno del riformatorio.

Il riformatorio è situato nella periferia di Yangon ed ospita 670 ragazzi in età pre-adolescenziale e adolescenziale: circa il 70% di questi sono stati inviati dal tribunale per crimini, da furti di vario genere fino ad omicidi o altre forme di aggressione nei confronti di persone. I restanti, sono ragazzi di strada o con altre problematiche inviati da altri dipartimenti.

La struttura non dispone di celle, guardie armate e controlli di sicurezza, nonostante ciò si tratta di un centro di detenzione a tutti gli effetti. I ragazzi sono suddivisi in 6 dormitori: in quattro di questi vengono ospitati i ragazzi che hanno commesso crimini, mentre gli altri due accolgono ragazzi di strada o persone con altre problematiche. Le condizioni del centro sono precarie: i dormitori consistono in corridoi molto stretti, i letti consistono in strutture di cemento mentre i bagni necessitano di riparazioni.
Quando abbiamo iniziato a lavorare nel centro, non esisteva né la figura del medico né quella dello psicologo, non vi era una scuola all’interno del riformatorio e solo un numero minimo di ragazzi poteva partecipare ad attività formative. Grazie a una buona collaborazione con lo staff del centro e con il carcere, sono già stati fatti molti passi avanti fino ad oggi.

Il progetto è partito nel 2016 con l’intento di migliorare la qualità di vita dei ragazzi detenuti e di favorire il loro futuro reinserimento sociale. In particolare, New Humanity ha permesso ai ragazzi di intraprendere un percorso rieducativo per il loro futuro reinserimento nella società, rafforzare le competenze professionali degli operatori e fornire un sostegno psicologico sia ai giovani detenuti sia agli operatori che vivono nel carcere.

Per raggiungere questo scopo, all’interno del riformatorio è stata creata una scuola primaria e vengono organizzati con cadenza regolare corsi professionali per i ragazzi che sono vicini alla fine della pena. I ragazzi hanno inoltre la possibilità di intraprendere un percorso di accompagnamento psicologico e di trovare supporto.

New Humanity intende in questo modo accompagnare e sostenere i giovani detenuti nel loro cammino rieducativo e finora ha organizzato diverse attività nel corso degli ultimi anni.

Dall’anno scorso purtroppo si era dovuta fermare l’attività, riuscendo poi a ripartire grazie al contributo dell’8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana, erogato a inizio novembre, e ad un contributo da parte di MAUSA erogato a gennaio.

Dalla ripartenza del progetto siamo riusciti già a ricoinvolgere tantissimi ragazzi all’interno del riformatorio.

Sono ripartite le lezioni della scuola primaria coinvolgendo 90 ragazzi, alle quali si affiancano le sedute di counselling offerte dagli insegnanti, tutti counsellor formati che hanno fornito già 101 sedute da novembre ad oggi.

È ripartita l’assistenza ai 10 ragazzi con bisogni speciali attraverso le lezioni dedicate a loro, da parte di insegnanti qualificati.

A gennaio siamo riusciti a far partire due corsi di formazione professionale per elettricisti e saldatori a cui partecipano in tutto 62 ragazzi.

Il progetto prevede anche corsi alternativi per stimolare l’espressività dei ragazzi detenuti, quali ad esempio il corso di musica che da gennaio coinvolge circa 30 ragazzi.

I controlli medici sono previsti per tutti i ragazzi all’interno del centro e sono ripartiti a gennaio di quest’anno.

Sono molteplici le attività previste che coinvolgeranno entro la fine del progetto tutti i ragazzi ospitati nel centro, e tutto questo non sarebbe possibile senza il supporto del contributo dell’8×1000 della CEI e del MAUSA.

Grazie davvero per il vostro supporto!

LA MILANO MISTERIOSA

LA MILANO MISTERIOSA

Visita guidata con New Humanity International – 1 ottobre 2021

Tutti noi avremo attraversato infinite volte Piazza Duomo, Galleria Vittorio Emanuele e le vie del centro di Milano…ma quanti di noi possono dire di conoscerle veramente?

Chi è il Drago Tarantasio? Cosa sappiamo di Belloveso, fondatore della nostra città?

Un antropologo ci accompagnerà in una passeggiata nel centro di Milano, per farci guardare con occhi nuovi angoli della città che pensiamo di conoscere già bene.

Scopriremo curiosità e leggende sul Duomo di Milano, visiteremo la suggestiva chiesa di San Bernardino alle Ossa, passeremo per la Galleria verso Piazza Scala, per concludere con Piazza Mercanti e l’immancabile Castello Sforzesco.

Come partecipare

Ritrovo VENERDI 1 OTTOBRE ore 17.30 in Piazza Santo Stefano

Quota di partecipazione: 12 €
Parte del contributo andrà devoluto al progetto per l’emergenza Food for Myanmar
La visita durerà 2 ore e sarà obbligatorio indossare la mascherina

L’iniziativa è limitata a un numero massimo di 15 partecipanti
E’ necessario confermare la propria adesione entro il 28 settembre
scrivendo a info@newhum.org o telefonando a 02 43822373

COVID19: L’EMERGENZA È EDUCATIVA

COVID19: L’EMERGENZA È EDUCATIVA

È da ormai un anno che la crisi sanitaria da covid 19 ha colpito ogni Paese e tutti ne abbiamo provato le conseguenze sulla nostra pelle. Alla crisi sanitaria però si aggiunge la crisi educativa. Che cosa significa?

 

 

Significa che se lasciassimo la parola ad un bambino, un ragazzo o una ragazza che frequentava la scuola, sicuramente ci racconterebbe che la pandemia ha avuto ripercussioni negative sul suo diritto all’istruzione. Nel periodo di picco dell’emergenza sanitaria, infatti, più di 1,5 miliardi di studenti (ossia più del 90% a livello mondiale) sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole[1]; ci si aspetta che questa chiusura peggiori la crisi educativa che esisteva già prima della pandemia[2].

Alcuni studi delle Agenzie delle Nazioni Unite dell’ultimo anno hanno rivelato diverse conseguenze negative della chiusura delle scuole.

Prima di tutto, il passaggio alla didattica a distanza non è possibile per tutti. 2,2 miliardi di bambini, bambine e giovani sotto i 25 anni in tutto il mondo non hanno a disposizione una connessione internet in casa. Inoltre, la scuola a distanza ha contribuito ad aggravare la disuguaglianza sociale fra diversi gruppi.

Nel Paesi a basso reddito solo il 6% degli under 25 ha accesso a internet nella propria casa, mentre per lo stesso gruppo nei paesi ad alto reddito la percentuale cresce fino all’87%. I dati confermano che l’accesso a internet è direttamente correlato al PIL pro capite di un Paese: più quest’ultimo è alto, più il Paese è ricco, maggiore sarà il numero di bambini con accesso a internet da casa.

Un ulteriore divario si apre sul fronte interno dei Paesi, e dipende dalla provenienza da zone urbane o rurali. A livello mondiale, gli studenti che vivono in città hanno il 41% della possibilità di avere accesso alla rete a casa, comparati con il solo 25% dei loro coetanei residenti in villaggi[3].

Risulta dunque necessaria una particolare attenzione a politiche di diffusione capillare della rete per recuperare il divario che si è creato in violazione del diritto all’educazione e dell’Obiettivo n.4 per lo Sviluppo Sostenibile, che prevede di “assicurare un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti[4].

La sospensione delle scuole, inoltre, spesso sfocia in un aumento del tasso di abbandono: la pandemia potrebbe quindi portare ad una perdita media tra 0,3 e 0,9 anni di scuola.

Oltre ad ostacoli di natura tecnica, molti bambini a casa non hanno il supporto dei genitori necessario per l’apprendimento a distanza.

È stimato che queste perdite porteranno alla riduzione del guadagno medio dei bambini di oggi durante la loro vita. La perdita stimata si aggira intorno ai 10mila miliardi di dollari, e avrà effetti di incremento della povertà a lungo termine.[5]

La chiusura delle scuole ha però anche altri effetti collaterali. Non si tratta solo di cambiamenti nel seguire le lezioni, ma è stato evidenziato un importante impatto sulla malnutrizione. Nei paesi a basso e medio reddito la copertura dei servizi per la nutrizione essenziale si è ridotta del 30%. Qui, infatti, i pasti forniti dalle scuole secondo appositi programmi di nutrizione sono per milioni di bambini il pasto più importante, la fonte essenziale di nutrimento.[6]

In conclusione, a differenza di ciò che si diceva inizialmente, i bambini non saranno la fascia meno colpita dal covid19. Non lo saranno per quanto riguarda educazione, povertà, disuguaglianza, ma nemmeno a livello strettamente sanitario e di benessere: problemi di salute, nutrizione e violenza sono parte del quotidiano di molti bambini che non possono accedere alle scuole.

Le ripercussioni a lungo termine intaccheranno gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che riguardano la riduzione di povertà, la salute e il benessere, l’educazione inclusiva e l’uguaglianza di genere. È compito di politiche lungimiranti riuscire a ricolmare i divari creati e a continuare il percorso per raggiungere un’educazione equa ed inclusiva, che permetta ad ogni bambino e adolescente di esprimere a pieno sé stesso, e contribuire attivamente e con dignità alla costruzione di una società equa ed inclusiva nel proprio Paese.

 

[1] “Building back equal: Girls back to school guide”, unicef 2020

[2] “Covid-19 and school closures: one year of education disruption”, UNICEF 2021

[3] “How many children and young people have internet access at home?”, Unicef 2020

[4] United Nations, Sustainable Development Goals

[5] “COVID-19: Missing More Than a Classroom. The impact of school closures on children’s nutrition”, Innocenti Working Paper 2021-01; “How many children and young people have internet access at home?”, Unicef 2020

[6] “COVID-19: Missing More Than a Classroom. The impact of school closures on children’s nutrition”, Innocenti Working Paper 2021-01