SACHIN CAMMINA DA SOLO!

SACHIN CAMMINA DA SOLO!

Sachin vive nella baraccopoli di Jawahar Nagar e quando lo abbiamo trovato nel 2019 non riusciva nemmeno a stare seduto da solo o ad afferrare gli oggetti, grazie al nostro programma Navchetan ora riesce a camminare da solo e ha un sacco di nuovi amici!

Sachin è il primo figlio di Kishan e Suguna ed è nato il 22.05.2014. Vivono nella baraccopoli di Jawahar Nagar. La nascita di Sachin si è svolta normalmente in ospedale, ma la mamma aveva avuto un aborto in precedenza e per Sachin lei non aveva avuto contrazioni perciò le è stata fatta un’iniezione per provocarle le contrazioni e consentire il naturale svolgimento del parto. Purtroppo quando Sachin è nato, per circa due ore dal parto non ha pianto. Per questo motivo è stato trasferito all’ospedale pediatrico per tre giorni. Dopo di che è stato allattato al seno per tre anni. All’età di 2 anni i genitori si sono resi conto che il bambino non stava raggiungendo le tappe naturali dello sviluppo. Così lo hanno portato da alcune veggenti per fare delle pratiche magiche, senza successo. In seguito lo portarono in ospedale e iniziarono alcune trattamenti. Dopo sei mesi senza miglioramenti, rinunciarono. I genitori erano convinti che qualcuno avesse fatto una stregoneria al bambino, e che solo per questo avesse alcuni problemi.  

Sachin è stato trovato nel 2019 durante una visita del nostro staff di Navchetan vicino a casa sua. A quel tempo Sachin non era nemmeno in grado di sedersi in equilibrio, reggersi in piedi da solo o afferrare oggetti con le mani, non riusciva nemmeno a mangiare o a bere in autonomia. 

Gli fu diagnosticata una paralisi cerebrale infantile di tipo spastico. Spesso cadeva e si feriva alla testa. Pian piano imparò a gattonare. Veniva sottoposto regolarmente a fisioterapia con l’obiettivo di raggiungere l’equilibro. I suoi genitori non prendevano molto sul serio gli esercizi a casa e anche lui era fin troppo distratto e poco interessato a fare la fisioterapia. Nonostante ciò veniva regolarmente al centro. L’anno scorso ha provato a camminare ma cadeva molto spesso, per questo gli abbiamo dato un elmetto da indossare in modo che non si facesse male alla testa. Durante il primo anno, sua madre doveva accompagnarlo tutte le volte al centro. Ora è in grado di camminare tenendo la mano ad un’altra persona e facendo anche qualche passo da solo. Prima non riusciva nemmeno a mangiare o a bere da solo. Dopo tre anni di continui sforzi e nuove strategie della nostra fisioterapista, quest’anno ha iniziato a tenersi in equilibrio da solo. Gli è stato anche fornito un deambulatore da usare a casa e un altro da utilizzare al centro.

Gli è stata prestata molta attenzione ed è stato incoraggiato molto affinché camminasse da solo. Inoltre lo portavano dal neurologo, il quale gli dava degli integratori per dargli energia, rilassare i muscoli e migliorare in generale la salute. Dopo molta fisioterapia e supporto morale ha iniziato finalmente a tenersi in equilibrio da solo e a camminare davanti al suo fisioterapista.  

È stata una giornata di grande gioia per lui e per tutti noi. Lui voleva che il fisioterapista andasse a casa e facesse vedere che lui riusciva a camminare. Ma il problema era che suo padre andava a lavoro e tornava a casa solo per la notte. Nonostante questo, noi lo abbiamo accompagnato a casa e lui ha fatto vedere a sua madre e sua zia che era in grado di camminare, erano così felici! Siccome a casa lui non voleva sempre usare il deambulatore, durante le vacanze è caduto ancora e si è un po’ scoraggiato. Adesso però, una volta ancora, ha iniziato a fare nuovi progressi e a provare a camminare. 

Attualmente Sachin è un eroe che è in grado di mangiare e bere autonomamente, vestirsi e svestirsi, pettinarsi e truccarsi, lavarsi e pulire, aprire le arachidi, sbucciare le cipolle, cucinare le patate, scrivere e leggere lettere e parole. Sa contare fino a 50. L’addizione è più facile per lui rispetto alle sottrazioni. Può comunicare ma ha ancora qualche difficoltà a gestire la lingua, quindi non è sempre molto chiaro. 

È un ragazzo allegro, ama andare al parco a giocare all’aria aperta, avere degli amici, cantare canzoni, ama ballare. È molto esigente con il cibo e ama i fast food. Ora è in grado di camminare, seppur lentamente, se sa che qualcuno è dietro di lui, perché i muscoli che contrastano la gravità sono ancora poco sviluppati e i muscoli del polpaccio sono spastici quindi fa fatica a mantenere l’equilibrio a lungo. 

Questo è il nostro Sachin. Ama il suo nome per il grande giocatore di cricket-Sachin Tendulker, e anche lui ama giocare a cricket, anche se non è in grado di tenere stretta la mazza. Parla di continuo e intrattiene tutti anche durante la fisioterapia e durante i viaggi. 

Grazie soprattutto alla nostra fisioterapista Lavina che si impegna molto per far sì che i bambini beneficino al massimo del programma.

E grazie a tutti quelli che sostengono il nostro progetto, siete la nostra forza ed è grazie a voi che riusciamo a vedere tutti questi miracoli!

Ecco un breve video del traguardo raggiunto, veramente emozionante!

LA RIVINCITA DI RONAK NELLA VITA

LA RIVINCITA DI RONAK NELLA VITA

La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci (Charles R. Swindoll)

Questa è la storia di Ronak: bambino affetto da una forma di disabilità che grazie al nostro centro Navchetan e al supporto e terapie ricevute dai nostri riabilitatori ha visto la sua vita cambiare.

Ronak Singh Hada è un bambino di 11 anni dello slum di Jawahar Nagar di Jaipur, nel Rajasthan. Il nome Ronak significa “glamour”.

Sua madre lo ha partorito nell’ospedale governativo. La signora Babli ha avuto un parto difficile con lui a causa di alcune complicazioni: i dottori hanno dovuto far ricorso al forcipe per farlo nascere. Inoltre il bambino appena nato non piangeva, quindi i medici hanno deciso di ricoverarlo in un’unità di terapia intensiva per 15 giorni. Mentre era ricoverato Ronak ha iniziato ad avere delle crisi. I medici non davano al bambino alcuna speranza di sopravvivere, ma Ronak ci riuscì e dopo quindici giorni uscì dalla terapia intensia.

Dopo sei mesi dalla nascita, i genitori iniziarono a notare che Ronak non si comportava come tutti gli altri bambini, così decisero di consultare un pediatra e, insieme a lui, di iniziare una cura.

Durante la sua crescita, i genitori lo portarono ripetutamente dal medico per fare diversi controlli e scoprirono che il bambino soffriva di paralisi cerebrale e che aveva un grado di disabilità riconosciuto del 90%.

Ronak è un ragazzo intelligente, ma non riesce bene a parlare o a reggersi da solo senza sostegno. Non riesce nemmeno a mangiare o a bere autonomamente, ma ha bisogno di essere aiutato.

Quando è arrivato al centro Navchetan non voleva essere separato da sua madre, piangeva e per farlo smettere  l’unica soluzione era che la madre rimanesse accanto a lui. Ma, dopo un po’ di tempo, cominciò a star bene anche senza la presenza fissa della madre e, grazie al programma di terapia, Ronak cominciò a reggersi da solo, ad allungare le gambe e a sostenersi senza aiuto.

Durante il periodo del Covid-19 Ronak è stato trasferito dalla baraccopoli di Jaipur ad un altro distretto. Nell’aprile 2021 è rientrato a Jaipur e ha affermato di essere molto felice di essere tornato a “casa”. Sua madre Babli ha dichiarato che nel frattempo Ronak è diventato molto socievole e ha imparato a mangiare in maniera autonoma. Ha inoltre cercato di fare del suo meglio per riuscire a colorare e scrivere i numeri, ma i suoi movimenti involontari rendono queste azioni molto difficili da compiere. Ha anche memorizzato i numeri di telefono dei suoi genitori ed ha imparato ad usare lo smartphone.

Nel novembre 2021 il fisioterapista ha suggerito a Ronak l’uso del deambulatore per rafforzare i suoi muscoli. Grazie a questo strumento ora può muoversi senza l’aiuto di qualcun altro.

Ronak oggigiorno è un adolescente ed è molto competitivo. È disposto a portare a termine qualsiasi compito gli venga assegnato e si sente al settimo cielo ogni qualvolta qualcuno gli fa anche solo un piccolo apprezzamento. Non vuole stare a casa neanche per un giorno perché ama impegnare le sue giornate e passarle al centro. Inoltre, a Ronak piace molto giocare all’aperto e ballare.

I suoi genitori e suo fratello sono molto contenti dei suoi miglioramenti e sperano che un giorno sarà in grado di gestire i suoi bisogni personali autonomamente senza dover necessariamente dipendere da qualcun altro.

 

Se volete saperne di più sul progetto potete trovare maggiori dettagli qui 

 

SHUBHAM: DA DISGRAZIA A RISORSA PER LA SUA FAMIGLIA!

SHUBHAM: DA DISGRAZIA A RISORSA PER LA SUA FAMIGLIA!

Questa è la storia di Shubham: in meno di tre anni il nostro programma Navchetan gli ha completamente cambiato la vita e aperto nuovi orizzonti, ora non viene più visto come una disgrazia, ma è diventato una risorsa per la sua famiglia!

Shubham è nato nel 2012, nello slum di Jawahar Nagar a Jaipur, in India. E’ stato chiamato Shubham, che vuol dire “buona fortuna!”. E’ il primo figlio dei suoi genitori e sua madre non era ancora informata riguardo alle attenzioni da tenere in gravidanza, purtroppo è pure caduta da una scala all’ottavo mese. Dopo un parto difficile Shubham è nato che pesava solo 1,5 kg, ha pianto molto tardi e non riusciva a nutrirsi nei primi mesi di vita. All’età di sei mesi gli è stato diagnosticato un ritardo fisico e mentale e i dottori hanno comunicato ai genitori che non sarebbe mai stato in grado di parlare o di camminare. Questa notizia è stata come un fulmine nel cuore dei suoi genitori, accolta come una vera e propria disgrazia.

Quando a gennaio 2018 il nostro staff di Navchetan lo ha incontrato, Shubham era un vegetale, dipendeva del tutto dall’accudimento di sua mamma. Aveva sei anni ma non riusciva a stare seduto né ad aprire le mani per afferrare gli oggetti, era solo in grado di osservare in un’unica direzione e rimaneva sdraiato tutto il giorno con le gambe e le braccia intrecciate.

Dopo una prima valutazione la nostra fisioterapista ha comunicato ai genitori che avrebbe potuto pian piano acquisire nuove abilità, iniziare a muoversi un po’ e cambiare la propria vita.  La madre non poteva crederci e ha fatto di tutto per aiutarlo, era davvero interessata e motivata e quindi lo ha portato regolarmente al centro, oltre che dedicare molto tempo a casa per gli esercizi che le venivano insegnati dalla fisioterapista e poi svolti nell’ambiente domestico con i suoi due fratellini.

Oggi, a distanza di meno di tre anni, Shubham è in grado di provvedere ai suoi bisogni personali da solo. Si alza dal letto, si lava i denti e la faccia e si pettina guardandosi nello specchio. Riesce a stare seduto senza supporto, a stare in piedi con degli ausilii, identificare persone e colori, afferrare un bicchiere e bere autonomamente, sollevare le cose, tenere una penna e scrivere lettere e numeri. E’ in grado di muoversi autonomamente con un triciclo o carponi senza supporto. Riesce a fare le scale con un ausilio. Gli sono stati forniti dal nostro programma diversi ausili, come una carrozzina e un deambulatore.

Grazie allo staff di Navchetan ha potuto sistemare tutti i propri documenti ed essere riconosciuto a livello statale e ricevere quindi i sussidi pubblici previsti per le persone con disabilità, e in questo modo contribuire all’economia famigliare.

Lui e la sua mamma hanno grandi speranze per il suo futuro, lui continua a ripetere a sua mamma che da grande provvederà lui a lei!

La sua mamma ha inoltre iniziato a lavorare presso il nostro centro, come assistente, aiutando nella preparazione dei pasti e nel trasporto dei bambini.

 

L’incontro con Navchetan ha quindi trasformato la percezione della disabilità di Shubham da parte della sua famiglia e ha avverato la promessa insita nel suo nome, “buona fortuna”: fino a tre anni fa era una disgrazia per la sua famiglia, ora invece è una gran risorsa! 

STORIA DI NAMAN DALLO SLUM DI JAIPUR

STORIA DI NAMAN DALLO SLUM DI JAIPUR

Dopo aver raccontato diverse storie dal Myanmar, ora è il momento dell’India: abbiamo chiesto al nostro staff di Jaipur di raccontarci la storia di Naman, un ragazzo che sta prendendo parte al programma di riabilitazione su base comunitaria Navchetan.  Ecco la sua storia!

 

“Naman è un bambino di 11 anni, primo di tre figli di Radheshyam e Bimala. È nato il 27.05.2009 nello slum di Jawaharnagar a Jaipur, nello stato del Rajasthan: è stato chiamato Naman che significa “Saluti”. Essendo il suo primo figlio, la madre ha ricevuto buone cure, controlli, e ha avuto una gravidanza regolare e un normale parto all’ospedale governativo Jaipur.  Alla nascita però, Naman aveva una frequenza cardiaca molto bassa e così è stato tenuto in incubatrice per 7 giorni. Il bambino non beveva a sufficienza e aveva poco fiato, così la madre ha iniziato a nutrirlo con latte materno dal cucchiaio. Quando aveva 6 mesi non stava facendo i giusti progressi e così il medico gli ha diagnosticato la paralisi cerebrale, con un 40% di ritardo mentale. I genitori hanno successivamente seguito le istruzioni del medico per i primi sei mesi, ma poi hanno interrotto tutto per seguire superstizioni e rituali religiosi per la sua guarigione. Non vedendo però alcun miglioramento, hanno poi rinunciato presto.

La madre allora iniziò a tentare di informarsi sulla storia della famiglia del padre di Naman e venne a sapere che due zii avevano avuto gli stessi problemi. Osservò anche che il cugino di primo grado di Naman, Sachin, aveva lo stesso problema. Le bambine della famiglia invece non mostravano simili caratteristiche; sembra essere una disabilità geneticamente trasmessa soprattutto ai maschi della famiglia.

Naman aveva 8 anni quando l’abbiamo incontrato nel 2018. Abbiamo suggerito ai genitori di portarlo al centro Navchetan per poter fare fisioterapia, ma inizialmente non erano disposti perché Naman ormai stava diventando alto, la madre non riusciva a portarlo e lui non riusciva a camminare senza qualcuno che lo tenesse. Dopo molte visite a domicilio però, hanno iniziato a portarlo al centro. Quando è arrivato era un bambino completamente dipendente dagli altri, incapace di stare in piedi. I movimenti di mani e gambe erano totalmente scoordinati, cadeva frequentemente e non era in grado di camminare senza supporto.

Il trattamento di fisioterapia e delle attività motorie e di motricità fine presso il centro gli hanno apportato un importante miglioramento e fiducia nella possibilità di camminare senza supporto; ora è in grado di gestire più autonomamente la sua vita ed è anche migliorato nelle sue capacità comunicative e nelle buone maniere. Infatti, adesso riesce a bere acqua da una tazza, mangiare cibo con il cucchiaio, scrivere lettere e numeri, salire e scendere le scale con il supporto del corrimano. Svolge attività della vita quotidiana come fare il bagno, pettinarsi i capelli, lavarsi i denti ecc. Sa indossare e togliere da solo i sandali e ha imparato a calciare la palla, lavare il piatto, pulire la stanza con una scopa.

Lo abbiamo aiutato anche con alcune questioni burocratiche. Ha ora il suo certificato di invalidità e il suo nome è stato incluso fra quelli dei disabili nei documenti di famiglia. Infine, abbiamo chiesto la pensione di invalidità e dal 2019 riceve 750 rupie al mese come invalidità dal governo.

Ha due sorelle minori che gli vogliono molto bene e si prendono cura di lui e anche lui vuole molto bene ai suoi genitori e fratelli! Ora lo stiamo preparando a inserirsi in una scuola governativa qui vicino, che gli permetta di frequentare anche il centro Navchetan per continuare con la fisioterapia e l’istruzione speciale”.

Quindi buona fortuna Naman! Sembra che i tuoi miglioramenti siano notevoli, e non vediamo l’ora di vederti alla scuola governativa con i tuoi compagni!

NEW HUMANITY TUTTA AL FEMMINILE

NEW HUMANITY TUTTA AL FEMMINILE

Fra i diversi uffici, progetti, negli slum indiani o nei villaggi birmani ci sono moltissime donne e mamme che lavorano instancabilmente insieme a New Humanity International. Oggi vogliamo raccontarvi il lato “rosa” di New Humanity, che si schiera a fianco di donne e ragazze per sostenerle nel raggiungimento di uno standard di vita dignitoso.

Self Help GroupIn India, Navchetan lavora fianco a fianco delle madri dei bimbi seguiti dal progetto. Che senso avrebbe lavorare senza di loro? Le mamme sono supportate con gruppi di mutuo aiuto per promuovere dialogo, aiuto reciproco e condivisione delle esperienze che le accomunano. Sono felici e soddisfatte di poter imparare insieme come prendersi cura al meglio dei loro figli con disabilità! Alcune di loro hanno anche ricevuto un premio come riconoscimento per aver continuato le cure e gli esercizi di fisioterapia durante tutto il lockdown, così che possano essere di esempio per tutte.

A marzo inoltre, in occasione della Festa della Donna, al centro Navchetan è stato creato un grande evento di festa e condivisione. Le donne del nostro staff si sono recate nelle case per sensibilizzare sull’importanza di questo giorno e invitare all’evento tutte le donne, le mamme, le giovani ragazze. Il pomeriggio dell’8 marzo i festeggiamenti sono culminati con la condivisione delle esperienze personali di alcune donne dello staff e mamme presenti: sono storie di successo, che riguardano il loro vissuto quotidiano, e che hanno ispirato le partecipanti ad andare avanti nella propria vita con speranza e coraggio per cercare di fare la differenza nel proprio contesto. Una mamma ha raccontato alle altre di come le cure date al suo bambino oggi lo abbiano portato ad un grande miglioramento ed è scoppiata in lacrime di gioia mentre raccontava.

Sempre a Navchetan è stato recentemente organizzato un programma di conoscenza e consapevolezza sulla salute e igiene femminile. Grazie al contributo di un’infermiera volontaria le ragazze fra 11 e 19 anni hanno potuto partecipare, chiarire dubbi e apprendere pratiche sane e igieniche corrette insieme alle loro madri.

In Myanmar invece, nel 2020 sono stati organizzati nei villaggi vicino a Taunggyi dei veri e propri corsi di formazione per ragazze e donne per fare il sapone e di sartoria.

Presto partiranno corsi di cucito e allevamento domestico. Le donne e mamme saranno così in grado di portare avanti attività generatrici di reddito dalle proprie case, continuando però anche a prendersi cura dei propri figli. Lo staff locale crede fermamente nell’importanza dell’inclusione delle donne e vuole garantire loro un ruolo dignitoso, che le soddisfi e le renda partecipi della vita della famiglia e della comunità dei propri villaggi.

Inoltre, le mamme birmane hanno la possibilità di partecipare insieme a momenti di formazione sulla nutrizione, dove imparare l’importanza di una dieta equilibrata soprattutto durante il periodo della gravidanza per prevenire lo sviluppo di disabilità, e sulla prima infanzia.

Fra tante possibilità c’è spazio per ognuna e speriamo che sempre più mamme e donne, giovani o non più giovani si sentano accolte, stimolate e supportate da NHI!

 

RBC: COS’È E COSA CENTRA CON NEW HUMANITY?

RBC: COS’È E COSA CENTRA CON NEW HUMANITY?

Self Help GroupFin dal 1995 in Cambogia, dal 2005 in Myanmar e dal 2016 in India, New Humanity ha scelto di favorire l’inclusione delle persone con disabilità potenziando tutti gli aspetti dello sviluppo della persona inserita nel suo contesto e nella sua comunità. Per questo motivo tutti i nostri progetti seguono la metodologia della Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) come approccio per uno sviluppo integrato della persona con disabilità.

La Riabilitazione su Base Comunitaria (Community-Based Rehabilitation CBR) ha preso avvio per volere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a seguito della Dichiarazione di Alma-Ata del 1978. E’ stata promossa come strategia per il miglioramento dell’accesso ai servizi riabilitativi delle persone con disabilità nei Paesi a basso e medio reddito, facendo un uso razionale delle risorse locali. Nel corso degli ultimi quarant’anni, attraverso la collaborazione con altre agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Organismi non Governativi ed associazioni di persone con disabilità, la RBC si è evoluta sino a divenire una strategia multisettoriale che affronta i più ampi bisogni delle persone con disabilità, assicurando la loro partecipazione ed inclusione nella società e migliorando la qualità della loro vita.

Home therapy

Nel 2004, ILO, UNESCO e OMS definiscono la RBC come “una strategia di sviluppo della comunità in generale per la riabilitazione, la riduzione della povertà, le pari opportunità e l’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità”.

La RBC riconosce che le persone disabili dovrebbero avere accesso a tutti i servizi che sono disponibili alle persone presenti nella comunità, come i servizi sanitari ed i programmi pediatrici a livello sanitario, di welfare sociale e di istruzione. Inoltre pone l’enfasi sui diritti umani e sollecita un’azione contro la povertà, richiedendo anche il supporto governativo e lo sviluppo delle politiche nazionali.

Home therapy

Sempre nel 2004 venne elaborata una matrice per fornire un comune quadro di riferimento per i programmi RBC. La matrice è composta da 5 componenti chiave – componente sanitaria, educativa, componente relativa ai mezzi di sostentamento, sociale e di empowerment. Ogni componente consta di cinque elementi ed i primi quattro sono legati a settori di sviluppo chiave, riflettendo così il focus multisettoriale della RBC. In particolare, l’ultimo componente è connesso al rafforzamento delle capacità delle persone con disabilità, le loro famiglie e le comunità (empowerment), fondamentale per tutelarne l’accesso a ciascun settore di sviluppo, migliorarne la qualità della vita, nonché il godimento dei diritti umani per le persone disabili.

matrice RBC

I programmi RBC non sono tenuti ad implementare ogni componente ed elemento della matrice RBC, al contrario, Activities in slumla matrice è stata progettata per permettere ai programmi di selezionare le opzioni che meglio soddisfano i bisogni locali, le priorità e le risorse. Oltre ad attuare specifiche attività in favore delle persone disabili, i programmi RBC devono anche creare partenariati e sinergie con settori non coperti dai programmi RBC, per garantire che le persone con disabilità ed i loro familiari abbiano accesso ai benefici in questi settori.

Per questo motivo lo staff di New Humanity non si concentra solo sulla persona con disabilità, ma va nei villaggi, negli slum, nelle case dei beneficiari coinvolgendo la famiglia e la comunità. Portiamo avanti attività di sensibilizzazione nelle comunità e di advocacy con le autorità locali, coinvolgiamo i famigliari e i vicini di casa nello svolgimento delle terapie di modo che possano replicarle anche in assenza dello specialista, cerchiamo di rafforzare economicamente la famiglia e di migliorare le condizioni dell’intero villaggio, di modo che tutto l’ambiente in cui è inserita la persona con disabilità possa svilupparsi e permettere così una vera inclusione della persona nella vita sociale della comunità. Qui potete vedere tutti i nostri progetti nel campo della disabilità.

Anita and her brother

Crediamo davvero che lo sviluppo passi solo attraverso una vera inclusione di tutte le persone emarginate ed è per questo che abbiamo deciso di adottare questo approccio integrato, che ci permette di camminare insieme alle comunità e di migliorare le condizioni di vita dei più vulnerabili.