UNA GIORNATA PER IL MYANMAR AL CENTRO PIME DI MILANO

UNA GIORNATA PER IL MYANMAR AL CENTRO PIME DI MILANO

Sabato 9 aprile presso il centro PIME di Milano si è svolta una giornata interamente dedicata al Myanmar dal titolo “Insieme per il Myanmar“. La partecipazione è stata molto più alta del previsto e la comunità birmana con cui abbiamo collaborato era decisamente soddisfatta dell’attenzione riscossa.

Tanti gli eventi organizzati, il primo è stato un laboratorio organizzato dal Museo Popoli e Culture per i bambini, il cui ricavato era destinato al fondo emergenza dedicato al Myanmar. Il secondo laboratorio, sempre per i più piccoli, organizzato dall’ufficio educazione alla mondialità della fondazione PIME ha coinvolto i bambini nella narrazione e rielaborazione di una fiaba birmana scritta dall’ONG locale “Third Story project”

Durante questi primi laboratori molti hanno partecipato anche alle visite guidate organizzate dal museo sugli oggetti provenienti dal Myanmar e sulla sua cultura.

Dopo un primo momento conviviale per i bambini è iniziata una conferenza con l’intervento di diversi testimoni dal Myanmar, con la mediazione della nostra Francesca Benigno: Yi Mon, che ci ha parlato della sua infanzia e del peso della politica nel corso della sua vita, madre Regina che ci ha raccontato la sua esperienza in Myanmar dal 2020 e padre Dominic che ci ha raccontato della sua fuga dopo gli eventi dello scorso febbraio 2021. Al termine della conferenza abbiamo anche potuto conoscere 5 seminaristi birmani appena arrivati nel seminario del PIME che ci hanno spiegato la loro scelta di venire a studiare in Italia per sfuggire ad una situazione drammatica.

Nel corso dell’apericena, con specialità birmane e italiane, la comunità birmana si è esibita in danze popolari locali con grande entusiasmo di tutti i presenti, più di 100 persone hanno partecipato a questo momento.

La serata ha visto una sala Cremonesi gremita di gente per il monologo sulla vita di padre Cremonesi, una rielaborazione dei suoi scritti da parte di F. Tampieri e con la musica di C. Franco che ci hanno riportato indietro nel tempo e nella Birmania del secolo scorso.

Una giornata intensa, con una partecipazione straordinaria, alla quale siamo stati assolutamente grati e contenti di partecipare.

Grazie al centro PIME e alla comunità birmana in Italia per aver reso possibile tutto questo!

L’ALVEARE D’ORO NELLO SLUM DI YANGON

L’ALVEARE D’ORO NELLO SLUM DI YANGON

“Il futuro comincia da qui!”

 Ottime notizie da Yangon! Stiamo avviando un nuovo progetto educativo in una baraccopoli di Insein. Si tratta della costruzione di una piccola scuola d’infanzia per bambini di 4 anni per iniziare un lavoro di educazione prescolare e, parallelamente, avvicinarci alle famiglie per sensibilizzare sui temi della salute e dell’igiene.

In seguito al ciclone Nargis, nel 2008, un gruppo di famiglie si è insediata in questo angolo, costruendo baracche provvisorie all’interno di una discarica abusiva. Oggi in questo slum vivono 350 famiglie, per un totale di circa 1500 persone, tra cui 89 bambini sotto i 5 anni.

Le baracche sono abusive e le famiglie non si sono mai registrate dopo il loro arrivo in città. I bambini nati non sono mai stati registrati all’anagrafe, per lo stato non esistono, e come tali non hanno diritto all’accesso all’educazione né alle cure sanitarie. 

Le condizioni igieniche nello slum sono precarie, con un conseguente proliferare di malattie infettive. Le famiglie lavorano alla giornata, spesso guadagnando meno di 5.000 MMK al giorno (circa 2,50 €), senza alcuna prospettiva per il futuro.

Il ciclo scolastico in Myanmar inizia all’età di 5 anni. Lavorare con i bambini di 4 anni permette quindi di iniziare un lavoro di educazione prescolare prima dell’inizio del ciclo, e parallelamente di avvicinarsi alle famiglie e di organizzare incontri con i genitori sul tema della salute e dell’igiene.

Se le condizioni politiche lo permetteranno, si potrà avviare anche un accompagnamento alle famiglie per l’iscrizione all’anagrafe, affinché i bambini possano avere accesso all’educazione e alle cure mediche.

Il nome scelto per la scuola è Golden Beehive, alveare d’oro. L’alveare come comunità in cui uno si prende cura dell’altro, in cui ognuno ha il suo ruolo e chi detiene la leadership sa farsi guida dei più piccoli. Oro perché è il colore sacro per il popolo birmano.

L’avvio della scuola e la definizione del programma avverrà sotto la supervisione di Josè Magro, psicologo con specializzazione in psicologia dello sviluppo e dell’educazione.

Nella scuola saranno insegnate le materie propedeutiche all’inserimento scolastico, ma sarà anche data molta attenzione allo sviluppo delle capacità relazionali e alla crescita emotiva dei bambini.

Sarà data speciale attenzione all’individuazione di casi di fragilità, per poter iniziare percorsi di accompagnamento psicologico ai singoli bambini e alle loro famiglie.

Per accogliere un maggior numero di bambini, si organizzerà la giornata in 2 turni, accogliendo 30 bambini al mattino e 30 bambini al pomeriggio.

In questo modo si riuscirà a garantire la qualità dell’educazione e a raggiungere 60 famiglie con bambini in età prescolare.

Per poter avviare la scuola, sarà necessario intraprendere le seguenti azioni:

  1. Costruzione

E’ già stato acquistato un piccolo terreno all’interno dello slum. Si prevede già nel mese di Marzo l’inizio dei lavori di costruzione della scuola. Sarà un edificio semplice: un salone polivalente, una cucina e 2 bagni.

  1. Formazione insegnanti

Tramite la parrocchia sono stati selezionati 2 insegnanti già formati che seguiranno le classi. Insieme con gli insegnanti, si sta procedendo alla selezione di 4 assistenti, che saranno formati dagli insegnanti stessi nei mesi di Marzo e Aprile.

  1. Acquisto materiale

Si prevede di arredare la scuola in modo semplice, in modo da avere uno spazio versatile. Si procederà anche all’acquisto di giochi educativi e materiale didattico.

  1. Funzionamento per un anno

Si prevede che la scuola possa essere avviata verso l’estate.

Data l’elevata povertà delle famiglie e l’incidenza della malnutrizione, nella scuola sarà avviata anche una piccola mensa, per garantire un pasto equilibrato al giorno ai 60 bambini che la frequenteranno.

Lo staff sarà composto da 4 insegnanti, un cuoco e un coordinatore di progetto.

Ai bambini che frequenteranno la scuola e alle loro famiglie sarà anche garantito l’accesso alle cure mediche.

Si prevede l’organizzazione di incontri periodici con i genitori sul tema dell’educazione parentale, dell’igiene e salute di base.

Se volete contribuire a questo progetto potete vedere la scheda del progetto e trovare le modalità per sostenerlo a questa pagina.

Non vediamo l’ora di vedere come verrà la costruzione e di conoscere tutti i bambini che frequenteranno la scuola, vi terremo aggiornati!

 

IL SOGNO NEL CASSETTO DI MAUNG HTOO

IL SOGNO NEL CASSETTO DI MAUNG HTOO

Questa è la storia di Maung Htoo: ragazzo nato con un piede equino che grazie a New Humanity ha potuto vivere una vita dignitosa e addirittura trovare un impiego per il suo futuro.

Maung Htoo è un ragazzo di 18 anni affetto da una malformazione congenita: il piede equino/ l’equinismo. La sua famiglia è composta da 5 persone: 3 fratelli (uno più grande e due più piccoli), il padre e Maung. Provengono dal villaggio Ban Kan, Kong Lon Village Tract nella Taunggyi township.

Prima del 2018 la loro vita era molto semplice: Maung aiutava sua madre nelle faccende domestiche e si prendeva cura dei suoi fratelli minori, mentre suo fratello maggiore lavorava come operaio occasionale. Suo padre lavorava in una foresta molto lontano e per questo motivo riusciva a trascorrere solo poco tempo con i suoi figli, pochi giorni all’anno. Maung è l’unico figlio disabile della sua famiglia. La Fondazione New Humanity li ha aiutati molto: ha fornito loro cibo (riso, olio) e altri requisiti necessari come l’istruzione e i vestiti. La madre di Maung è sempre stata molto riconoscente a New Humanity e grata di ricevere assistenza in quanto la sua famiglia non percepiva un reddito regolare e ha dovuto lottare tanto per riuscire a vivere in maniera dignitosa.

Sua madre è venuta a mancare alla fine del 2018 a causa di un cancro al seno e tutta la famiglia ha sofferto molto la sua assenza. Il padre è diventato un alcolista e non era più in grado di prendersi cura dei suoi figli. Il fratello maggiore si è trasferito nella zona di confine della Thailandia per lavorare come lavoratore migrante e fornire un po’ di soldi alla famiglia. Inoltre, all’età di 4 anni, il fratello minore di Maung ha dovuto affrontare un trauma psicologico perché la madre è venuta a mancare davanti ai suoi occhi.

Dopo la morte della madre, Maung non riusciva più a fare le faccende domestiche e contemporaneamente prendersi cura dei suoi fratelli e della loro istruzione. Nel 2019 New Humanity è corsa in loro aiuto fornendogli istruzione, vestiti, soldi per pagare le rette dell’ostello e molto altro. Tutti i fratelli sono stati portati all’orfanotrofio Brother Felice (a Nyaung Shwe Township) per migliorare la loro istruzione. Dopo alcuni mesi, il più piccolo è stato trasferito all’orfanotrofio Phayar Phyu (Taunggyi) perché aveva bisogno di cure speciali da parte di uno psicologo per superare il suo trauma. Nonostante la distanza si visitano spesso e sono tutti molto felici di risiedere in un ambiente sicuro e tranquillo. Essi hanno affermato che non riescono a immaginare come sarebbe stata la loro vita se fossero rimasti a vivere nel loro villaggio.      Il padre va a trovarli una o due volte all’anno.

Da febbraio 2020, a causa del Covid-19, le scuole sono chiuse e nè Maung nè i suoi fratelli possono proseguire gli studi, sono costretti a rimanere in ostello e studiare ognuno per conto proprio, a volte con l’aiuto di amici più grandi. Ora Maung ha 18 anni e sono 2 anni che ha smesso di andare a scuola. Maung ha dichiarato che gli piacerebbe fare un po’ di formazione professionale nel suo futuro: in seguito a questo desiderio 3 mesi fa New Humanity gli ha dato l’opportunità di svolgere una formazione sulla riparazione dei motocicli e tuttora Maung sta imparando. Si sente molto grato per questa opportunità e ringrazia New Humanity per tutto il supporto che gli ha dato. Crede che sua madre sarebbe molto felice di vedere i progressi che ha fatto nella sua vita. Il suo sogno, che si sta concretizzando, è ora quello di tornare al suo villaggio e aprire un’officina di riparazione di motocicli, e noi non vediamo l’ora di vederlo realizzato!

AGGIORNAMENTI DALLO STATO SHAN DEL MYANMAR

AGGIORNAMENTI DALLO STATO SHAN DEL MYANMAR

La promozione di un modello sostenibile e inclusivo di crescita economica e sociale nello Stato Shan del Myanmar continua!

Situato nella parte orientale del Myanmar, lo Stato Shan occupa circa un quarto della superficie totale del Myanmar ed è il più grande di tutti gli stati e regioni del paese: ospita 5,8 milioni di persone.

Dal 2021 OBOS finanzia il nostro lavoro nelle zone rurali con il comune intento di organizzare formazioni e attività per aiutare le comunità rurali a diventare indipendenti dagli aiuti esterni. Vi riportiamo alcuni dati del lavoro svolto nel primo anno di finanziamento.

La prima componente del progetto punta ad organizzare attività per favorire l’occupazione dei giovani e permettergli di essere il più possibile indipendenti diminuendo quindi il tasso di disoccupazione nei villaggi. A tal proposito, New Humanity ha progettato diversi corsi di formazione professionale, come quello sulla riparazione di motocicli a cui hanno partecipato dei ragazzi tra i 12-18 anni per un periodo di circa 6 mesi.

Per quanto riguarda la formazione agricola (seconda componente del progetto), tutte le comunità stanno avendo l’opportunità di imparare nuove tecniche e migliorare la propria produzione agricola, partecipando direttamente alla formazione o imparando da altri. Sono stati organizzati corsi di formazione sulle tecniche di coltivazione (anche produzione di pesticidi biologici) ed è stato realizzato un acquedotto.

    

La terza componente del progetto, che mira a migliorare l’inclusione sociale delle persone con disabilità, prevede l’organizzazione di sessioni di sensibilizzazione nei villaggi dove vengono esposte le cause della disabilità, viene spiegato come comportarsi nei confronti di un bambino che ha una forma di disabilità ecc., alle quali hanno partecipato tante famiglie. 

I beneficiari di questo primo anno di progetto sono stati i seguenti: fino a 275 persone hanno partecipato ai training, ben 175 contadini hanno appreso nuove tecniche e 90 persone sono state sensibilizzate sulla disabilità.

Il progetto si articolerà per tre anni (2021-2023). In un contesto complicato come quello del Myanmar i benefici per le comunità locali sono pressoché immediati. Grazie alle attività organizzate viene permesso alle persone di pianificare il proprio futuro e prendere in mano la propria vita, un diritto che dovrebbe spettare a chiunque.

“DO GIAONG” – LIBERI DI EDUCARSI

“DO GIAONG” – LIBERI DI EDUCARSI

Giovedì 3 febbraio 2022 è stato un grande giorno per centinaia di bambini a Taunggyi: è stata inaugurata una scuola primaria per bambini sfollati tra i 6 e i 18 anni!

La recente crisi politica che sta attraversando il Myanmar, oltre a creare un clima di insicurezza, sta esacerbando le condizioni di povertà dell’intera popolazione. Le proteste si sono ormai trasformate in una vera e propria guerra civile: da una parte ci sono le truppe governative e dall’altra i gruppi di resistenza organizzati dalla popolazione.

Il risultato è un esodo dalle città colpite dai conflitti armati: gli sfollati aumentano di circa 10-15.000 per settimana ed il totale degli sfollati, secondo i dati riportati dall’UNHCR, ammontano a 337.800 al 24 gennaio 2022.

Nella città di Taunggyi, dove New Humanity lavora, arrivano migliaia di sfollati ogni giorno.

Inoltre, in tutto il Myanmar, le scuole sono ormai chiuse da due anni e i bambini degli sfollati non hanno nemmeno più una scuola in cui tornare.

Per questi motivi New Humanity ha intrapreso un nuovo progetto che propone l’avvio nella città di Taunggyi di una scuola primaria per i bambini sfollati di diverse età, dai 6 ai 18 anni.

Il nome della scuola l’hanno scelto i bambini: “Do Giaong”, che significa “La nostra scuola” in birmano. Una scuola voluta da loro, costruita insieme ai genitori, un inno alla libertà di educarsi. La scuola accoglierà 179 studenti e sarà organizzata in due strutture: 112 bambini sfollati saranno accolti presso la struttura della “House of Dreams” gestita direttamente da New Humanity, i restanti 67 saranno accolti presso il centro Infant Jesus Convent, gestito dalle Suore della Provvidenza.

Gli studenti saranno divisi in 10 classi in base all’età, dal grado 1 al grado 10. Essi potranno frequentare corsi di lingua birmana, lingua inglese, matematica e partecipare a laboratori tenuti da uno psicologo: un’ora a settimana di “laboratorio creativo” e un’ora a settimana di “narrativa” e lettura condivisa.

 Il gruppo docente è composto da 10 persone: si tratta di insegnanti già formati, per la maggior parte donne sfollate.

New Humanity ha inoltre già provveduto all’acquisto di 120 tavoli e 160 sedie di plastica per attrezzare le aule ed ha fornito un kit di 2 divise ad ogni bambino.

La scuola “Do Giaong” è un luogo davvero speciale, di incontro, crescita, per migliorare sé stessi e imparare ogni giorno qualcosa in più. Tra i ragazzi c’è molto entusiasmo e noi non possiamo che sperare che tutto vada per il meglio!

 In bocca al lupo a tutti i ragazzi della Scuola “Do Giaong”!

 Se vuoi saperne di più sul progetto clicca qui 

DAYAMIT COMMUNITY COLLEGE: TESTIMONIANZE DAL CAMPO

DAYAMIT COMMUNITY COLLEGE: TESTIMONIANZE DAL CAMPO

Nella periferia sud di Yangon, nel quartiere di Dala, abbiamo avviato un nuovo progetto a maggio 2021. Come sta andando? Tun, Tida, Win, Tan, Zaw e Min ci raccontano com’è cambiata la loro vita.

Il progetto si sviluppa in un quartiere dove più della metà dei ragazzi fra i 12 e i 25 anni ha abbandonato la scuola a causa della povertà: la maggior parte dei ragazzi ha infatti lasciato gli studi per aiutare in casa o perché i genitori non potevano permettersi la spesa.

Il Dayamit Community College nasce con l’obiettivo di sostenere i giovani residenti a Dala nel loro percorso formativo ed educativo, organizzando attività didattiche e professionalizzanti.

Ma quali sono le attività svolte?

All’interno del Dayamit Community College 40 ragazzi che hanno abbandonato la scuola possono frequentare tutti i giorni dal lunedì al venerdì corsi di educazione di base (informatica, inglese e contabilità), corsi professionali (cucito, cucina e meccanica) e lezioni sulle life skills. Inoltre, i ragazzi hanno la possibilità di iscriversi a vocational training per migliorare la propria preparazione professionale ma anche di ricevere supporto per la scrittura del cv o per svolgere un periodo di stage a fine corso, presso un’azienda locale.

Durante il loro percorso, gli ospiti del Dayamit Community College sono accompagnati da personale specializzato e da uno psicologo, Jose Estevao magro, che garantisce loro supporto organizzando attività di potenziamento di soft skills e gli permette di acquisire maggiore consapevolezza delle proprie capacità, così da favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Un giorno a settimana inoltre il centro ospita attività con ragazzi disabili e questa è occasione di sensibilizzazione per i ragazzi che lo frequentano.

Il Dayamit Community College rappresenta quindi una vera e propria chance per tutti quei ragazzi nati in un contesto storico e sociale caratterizzato da una significativa povertà educativo-formativa, garantendo la crescita dei ragazzi a 360°.

Grazie alla presenza sul campo di Padre Barnabas abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze di ragazzi all’interno del Dayamit Community College:

  • Tun Nandar Win: “Mi chiamo Tun Nandar Win ed ho 17 anni, frequentando il Dayamit Community College ho superato tutte le mie paure ed ora ho molta più fiducia in me stessa! Non avevo uno scopo preciso nella mia vita, ora invece ho degli obiettivi chiari. Qua mi hanno fatto sentire a casa e mi hanno dato lo spazio necessario per riuscire ad esprimermi al meglio. Un grazie speciale al Dayamit Community College

 

  • Tida Aung: “Mi chiamo Tida Aung ed ho 23 anni. Poiché la mia famiglia non aveva soldi, quando ho iniziato a frequentare il Dayamit Community College ero molto preoccupata. Padre Barnabas è venuto a casa mia a farmi visita incoraggiandomi e invitandomi al College. Non credevo di essere in grado di imparare qualcosa dai corsi frequentati al centro, ma oggi posso dire che sono orgogliosa di aver raggiunto i miei obiettivi. Sono partita da zero ed ora sono pronta ad insegnare agli altri studenti. Tutto il merito va al Dayamit Community Center”

  • Zayar Win Htet: “Mi chiamo Zayar Win Htet ed ho 18 anni. Al Dayamit College mi sono sempre sentito a mio agio, sono riuscito a crearmi uno spazio solo per me ed ho fatto molte amicizie. Sono arrivato qui senza aspettative, ma ora posso dire di tornare a casa con un bagaglio pieno di esperienze incredibili”

  • Tan Tun Aung: “Mi chiamo Tan Tun Aung ed ho 22 anni. Dopo aver completato gli studi, mi sono ritrovato a vagabondare senza nessun obiettivo nella mia vita. Non ero in grado di leggere in inglese, ero poco educato con le persone più grandi di me e cercavo lo scontro con chiunque mi stesse accanto. Dopo aver frequentato il Dayamit Community College, la mia competenza in inglese, la mia disciplina e le mie buone maniere sono migliorate. Oggi mi reputo una nuova persona. Per tutto questo posso solo che ringraziare il Dayamit Community College”

  • Kyaw Zaw Hein: “Mi chiamo Kyaw Zaw Hein ed ho 18 anni. Non ho concluso il mio percorso di studi a scuola e non avevo alcuna ambizione nella mia vita. Credevo che imparare l’inglese e l’informatica fosse difficile, invece grazie ai corsi offerti al Dayamit Community College mi sono ricreduto. Padre Barnabas mi ha aiutato molto nel mio percorso, ed io oggi sono infinitamente grato a lui. Grazie Dayamit Community College, sei stato un sogno per me!”

  • Kyaw Min Ko: “Mi chiamo Kyaw Min Ko ed ho 23 anni. Ho deciso di frequentare il Dayamit Community College poiché ero preoccupato per il mio futuro. Nel centro ho fatto molte esperienze, ho ricevuto sia formazione umana sia professionale, ad esempio ho imparato l’inglese e ad usare il computer. Oggi sono orgoglioso di poter dire che so parlare l’inglese. Un grazie sincero al Dayamit Community College”